Il lavoro tra innovazione tecnologica e globalizzazione
“Il lavoro cambierà profondamente, con professioni che verranno meno, altre che nasceranno e molte, più della metà, che cambieranno radicalmente a causa della spinta dell’
innovazione tecnologica e della nuova fase della
globalizzazione. Saranno quindi necessarie nuove competenze, ma soprattutto nuovi
modelli organizzativi”. Così si è espresso il Direttore della Fondazione Adapt,
Francesco Seghezzi, in occasione delle presentazione del volume
Il futuro del lavoro al 2030.
Life skills e attività trasversali
Al centro delle riflessioni sul futuro del lavoro, vi sono nuovi modelli organizzativi e un’imprescindibile attivazione delle persone, che passa anche – soprattutto – attraverso una corretta acquisizione e gestione di
life skills, definite dall’Onu come quelle competenze che favoriscono
comportamenti positivi e di adattamento per affrontare le sfide della vita. Gestione delle emozioni, capacità comunicativa e relazionale, curiosità intellettuale e
problem solving, team working, ecc., considerate sempre più strategiche in tutti i settori lavorativi compresi quelli più tecnici. Sempre più diffusa è, quindi, un’esigenza generalizzata di queste cosiddette
abilità trasversali, che non può essere lasciata ai singoli, ma deve essere guidata dalle organizzazioni. Si tratta quindi di potenziare quelle
capacità relazionali indispensabili per gestire i rapporti traendo valore dal confronto e creando relazioni di fiducia sia all’interno che all’esterno delle organizzazioni.
La leadership personale e il saper essere
E’, quindi, indispensabile formarsi sempre più per accrescere il proprio
profilo personal-professionale, puntando non solo sul sapere e saper fare, ma in primis su quel
saper essere che rende unici e dotati di un proprio stile a lavoro. Si tratta, pertanto, di attivare, una
leadership personale che prima di esprimersi come capacità di guidare gli altri, si sostanzia nella capacità di guidare se stessi verso gli obiettivi e “far sì che le cose accadano”.
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Perché le aziende dovrebbero investire in life skill?