Se il tasso di
disoccupazione giovanile è al 34%, vuol dire che i ragazzi senza un lavoro in Italia sono il 34%? E se la disoccupazione cresce, è per forza una notizia negativa? Non proprio.
Facciamo chiarezza: occupati e disoccupati
I dati Istat sul lavoro non sono così semplici da leggere e necessitano di alcune precisazioni. Partiamo dalle parole. Gli
occupati sono le persone di 15 anni e più che hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuito , mentre i
disoccupati sono coloro, tra i 15 e i 74 anni, che si sono attivati per cercare un lavoro; gli
inattivi invece non fanno di nessuna delle due categorie.
Le Politiche Attive per l’inserimento lavorativo
Al di là delle classificazioni, numerose sono le nuove opportunità, specie in Campania, che, grazie ai Fondi Europei, si sono generate, in termini di Politiche Attive, per ovviare al fenomeno della disoccupazione giovanile. Il
Programma Garanzia Giovani ad esempio oltre a corsi e percorsi, offre modalità di inserimento lavorativo, grazie a formule come
tirocini e
apprendistati, che concedono alle imprese numerosi sgravi fiscali.
I piani per il reinserimento lavorativo
Il
Bando Fila, Piano di formazione/lavoro destinato ad ex percettori di ammortizzatori sociali ora privi di sostegno al reddito che, invece, garantisce fino a 7000 euro per il reintegro di tale forza lavoro. O ancora, l’
ADR (Assegno di ricollocazione) che prevede fino a 5000 euro per il reinserimento lavorativo di disoccupati che percepiscono l’indennità di disoccupazione NASPI, da almeno 4 mesi, attraverso l’adesione ad un programma di accompagnamento garantito da soggetti terzi accreditati. Tantissime le possibilità per i più giovani specialmente che dimostrano la vitalità di un sistema-lavoro che, sta cambiando i suoi connotati attraverso un processo di metamorfosi costante.
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Che differenza c’è tra un inattivo e un disoccupato? Guida a una corretta lettura dei dati sul lavoro