Eustress e di-stress: il buono e il cattivo
Quante volte abusiamo del termine stress: “sono stressato”, “mi sento che mi stresserò” etc. Ebbene non tutti sanno che in realtà non possiamo gestire lo stress, ma quello che gli psicologi chiamiamo
di-stress, ovvero l’aspetto negativo dello stress, (contrapposto all’
eustress che rappresenta, invece, l’aspetto positivo, di stimolazione fisiologica, dello stress inteso nel senso originario di “sindrome di adattamento”.
Stress & Worklife
Anche le aziende hanno iniziato ad attenzionare il tema, anche sospinte da obblighi di legge che impongono di svolgere un’azione di indagine periodica del cosiddetto
stress da lavoro-correlato, ossia un’analisi in profondità delle dimensioni nelle quali si annida lo stress, anzi il
di-stress dei lavoratori, al fine di comprenderne cause e concause e poter ovviare con politiche di welfare in grado di assicurare un equilibrato
work&life balance, soprattutto alla luce degli studi che hanno dimostrato come la produttività sul lavoro sia strettamente connessa ai livelli di soddisfazione e di eustress sul posto di lavoro.
Sensemaking: le azioni quotidiane per gestire lo stress.
Non tutti sanno però che per imparare a gestire il di-stress è necessario partire da una delicata operazione di
sense making, ovvero quel processo di costruzione di senso che ci consente di “mettere a posto” gli eventi della vita personal-professionale.
Quanto detto passa per due azioni da svolgersi nel quotidiano:
- il primo, da una parte è collegato alla capacità di ampliare gradualmente il nostro vocabolario emozionale al fine di cogliere le infinite sfumature dei nostri stati d’animo e comprenderne le evoluzioni in situazioni di di-stress e di eu-stress;
- il secondo aspetto riguarda, invece, dall’altra, la capacità di “re-incorniciare i fatti” acquisendo un vero e proprio metodo per categorizzare percezioni ed emozioni, aumentando la consapevolezza dei propri stati cognitivi ed emotivi.
I fattori determinanti del di-stress
Gestire lo stress, o meglio come appreso, il di-stress, è tutta una questione di aumentare la consapevolezza personale rispetto a quelli che sono i principali fattori che lo determinano:
fattori di ruolo, connessi ai nostri molteplici ruoli a cavallo tra vita personale e professionale;
fattori intrinseci e interpersonali, connessi ad aspetti sia interiori che relazionali, fattori organizzativi e di carriera, e infine i più complessi, quelli di
interfaccia lavoro-casa.
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Due tecniche sorprendenti per gestire le emozioni… usando il cervello.